In un contesto in cui l’industria del Made in Italy sta affrontando le sfide della servitizzazione e della sostenibilità, è importante sottolineare anche il notevole successo dell’export italiano di macchine utensili nel 2023, spinto anche dall’utilizzo crescente di noleggio operativo come strumento alternativo alla vendita diretta sul mercato finale.

Ma cos’è la servitizzazione?

Facciamo un passo indietro però: la servitizzazione è un concetto che si riferisce alla trasformazione di un’azienda che passa dall’offerta unica di prodotti fisici all’erogazione di servizi correlati. Invece di vendere solo un prodotto, l’azienda si concentra sull’offerta di un pacchetto completo che include sia il prodotto che una serie di servizi aggiuntivi.

La servitizzazione si basa sul riconoscimento del valore che i servizi possono apportare ai clienti. Questo approccio consente alle aziende di differenziarsi dalla concorrenza, creare relazioni più strette con i clienti e generare nuove fonti di ricavi.

Un esempio comune di servitizzazione è quello delle aziende produttrici di macchinari industriali che offrono servizi di manutenzione, assistenza tecnica o formazione ai clienti che acquistano i loro prodotti. Invece di limitarsi a vendere il macchinario, queste aziende forniscono un pacchetto completo che aiuta i clienti a utilizzare il prodotto in modo ottimale e garantire un funzionamento continuo nel tempo.

Il concetto di servire il cliente, è sostenuto ovviamente anche dal mercato crescente dei big data e dell’intelligenza artificiale, che rendono possibile il raggiungimento di obiettivi così ambiziosi per le aziende attraverso l’uso di tecnologie scalabili. servitizzazione

In sintesi quindi la servitizzazione rappresenta un cambiamento strategico che spinge le aziende a spostarsi dalla vendita di prodotti singoli verso la fornitura di un pacchetto di prodotto e servizi, al fine di soddisfare meglio le esigenze dei clienti e creare un vantaggio competitivo.

Parlando di export di macchine utensili, nel 2022, l’Italia, con oltre 28 miliardi di €, ha superato sia la Germania che la Francia diventando il principale esportatore europeo nel settore.

Questo risultato è il frutto dell’impegno costante delle aziende italiane nel fornire macchinari di alta qualità e tecnologicamente avanzati. L’industria italiana delle macchine utensili è stata in grado di adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato globale, offrendo soluzioni personalizzate e innovative per una vasta gamma di settori industriali.

L’export italiano di macchine utensili è stato guidato da diversi fattori chiave. In primo luogo, l’eccellenza tecnologica e la precisione dei macchinari italiani sono stati riconosciuti a livello internazionale, attirando la fiducia dei clienti in tutto il mondo. Inoltre, la reputazione del Made in Italy come centro di design e innovazione ha contribuito al successo delle sue esportazioni nel settore delle macchine utensili.

Servitizzazione e sostenibilità

Da un punto di vista strategico, la capacità di adattarsi alle nuove tendenze e alle esigenze sostenibili ha giocato un ruolo significativo nel posizionamento dell’export italiano di macchine utensili. L’industria italiana ha sviluppato soluzioni che combinano efficienza energetica, riduzione delle emissioni e utilizzo di materiali ecocompatibili, rispondendo così alla crescente domanda di macchinari sostenibili.

L’export italiano di macchine utensili ha un impatto significativo sull’economia nazionale, generando occupazione e contribuendo alla crescita del PIL. Inoltre, questo successo nell’export può essere un vantaggio competitivo per le aziende italiane che si avventurano nella servitizzazione e nell’adozione di modelli di business sostenibili.

Il noleggio operativo in ambito industriale può giocare perciò un ruolo chiave per rispondere perfettamente a entrambe le esigenze, essendo un modello industriale che si sposa benissimo con la servitizzazione e, nel caso dei servizi di Domorental, anche con la sostenibilità.

Sostenibilità e aziende

Stiamo attraversando un periodo di transizione e quindi andiamo incontro ad una serie di cambiamenti del mercato e delle normative che comporteranno un aggiornamento nel modello di business di molte imprese.

Il recepimento della Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd) sta entrando in una fase cruciale, con il Ministero dell’Economia italiano che prevede di mettere in consultazione lo schema di decreto attuativo. Questo processo mira a coinvolgere le imprese e i professionisti per garantire una piena comprensione delle nuove regole. Si stima che il numero di aziende soggette ai report di sostenibilità aumenterà significativamente, passando da 200 a circa 4.000, includendo anche le grandi imprese non quotate. La scadenza imminente del luglio 2024 per l’implementazione rende urgente l’azione, con il primo report atteso nel 2025, principalmente per le società quotate. L’Italia attende ancora l’approvazione formale della legge di delegazione europea per procedere con l’attuazione della Csrd.

La discussione sul recepimento della direttiva si sta svolgendo anche in Senato, con l’obiettivo di una transizione guidata verso la piena trasparenza. L’Organismo Italiano di Contabilità (Oic) e l’European Financial Reporting Advisory Group (Efrag) stanno promuovendo iniziative per assistere le imprese durante questa fase di cambiamento. In particolare, si stanno delineando previsioni facoltative e obbligatorie per le PMI in materia di sostenibilità.

La rendicontazione dell’impatto finanziario e socio-ambientale coinvolge la misurazione e la divulgazione di dati relativi non solo alle prestazioni finanziarie, ma anche agli impatti sociali e ambientali delle attività aziendali. Ciò potrebbe includere la riduzione delle emissioni di carbonio, l’uso responsabile delle risorse naturali, l‘adozione di pratiche etiche in tutta la catena di approvvigionamento e l’impegno nei confronti delle comunità locali in cui le imprese operano.

Questa direttiva non solo fornirà trasparenza agli investitori e agli stakeholder sulle pratiche sostenibili delle imprese, ma potrebbe anche incentivare un cambiamento culturale nel mondo degli affari, spingendo le aziende a considerare in modo più esplicito l’impatto delle proprie azioni sull’ambiente e sulla società.

In base alle rilevazioni più recenti, ci sono almeno il 60% delle aziende che su questo aspetto presentano bassi livelli di adeguatezza.

Il Renting Zero Carbon di Domorental

In particolare, il Renting Zero Carbon di Domorental in collaborazione con Upgreene si posiziona come una scelta ancora più strategica per le aziende italiane. Le aziende che si avvalgono di questo prodotto di noleggio operativo esclusivo possono non solo beneficiare della qualità e dell’innovazione delle macchine utensili italiane attraverso il pagamento di canoni periodici, ma anche dimostrare un impegno concreto verso la sostenibilità, rispondendo alle crescenti esigenze dei mercati internazionali e diventando compliance alle normative vigenti in questo ambito.

In conclusione, i risultati straordinari dell’export italiano di macchine utensili nel 2023, superando Germania e Francia, dimostrano la forza e l’innovazione del settore del Made in Italy. Questo successo può essere ulteriormente potenziato attraverso l’adozione di modelli di business sostenibili come la servitizzazione e il Renting Zero Carbon, consentendo alle aziende italiane di mantenere la leadership nel settore, fornendo soluzioni all’avanguardia e contribuendo alla protezione dell’ambiente.

Se sei interessato a scoprire il Renting Zero Carbon come driver competitivo per la tua azienda, contattaci!