Grazie al via libera di Governo e Regioni, nasceranno strutture ospedaliere riservate ai pazienti che dopo i ricoveri, necessitano di assistenza medica di minore intensità.

I mini-ospedali saranno in grado di accogliere questa tipologia particolare di pazienti, non curabili a domicilio perché bisognosi di cure infermieristiche continue.

Questi “ospedali di comunità”, sono ormai ai blocchi di partenza in virtù dell’Intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni circa un mese addietro.

Un percorso per nulla facile, iniziato con il Patto per la salute 2014-2016 e conclusosi con il Piano della cronicità varato durante il mese di settembre 2016 e l’accordo Stato-Regioni.

Tuttavia, l’emergenza legata al coronavirus ha momentaneamente rinviato l’avvio degli ospedali-comunità su territorio nazionale.

Il nostro paese risulta essere quello meno munito di posti letto ospedalieri in tutta Europa, con una riorganizzazione che procede lenta e disomogenea nelle sue stesse Regioni.

Il nostro paese, data anche la media-età sempre più alta, presenta pazienti richiedenti cure mediche ed infermieristiche a bassa intensità ma costanti.

Come spiegato dalla presidente della Federazione degli ordini degli infermieri, Barbara Mangiacavalli, i mini-ospedali rappresentano una visione integrata dell’assistenza, insieme agli infermieri di famiglia istituiti con il nuovo Patto per la salute.

I mini-ospedali, saranno strutture pubbliche o private, disporranno di circa 1520 posti letto per ricoveri considerati a bassa intensità clinica.

La loro responsabilità clinica sarà affidata ai medici o pediatri, mentre la gestione e l’organizzazione sarà a capo degli infermieri. 

Un modello che, se applicato sul territorio nazionale, potrà abbreviare le liste d’attesa, rendendo più immediata la risposta alle richieste di assistenza dei pazienti.

I medici e gli infermieri dovranno realizzare una cartella clinico-assistenziale integrata per poter gestire i dati sui pazienti e raccoglierli, ognuno per i propri ambiti di competenza.

Per accedere a queste particolari strutture, servirà una prescrizione del medico che valuta il ricovero con gli infermieri responsabili.

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