Vetropack

Per il settore del vetro il 2022 è stato un anno complesso, caratterizzato dal caro energia, dall’inflazione, dagli strascichi della pandemia e dal prezzo del rottame di vetro che è salito di oltre 10 volte.

Nonostante queste note negative, l’anno si chiude registrando un aumento dell’1,5% rispetto al 2021.

Nel nostro Paese l’industria del vetro, unico caso in Europa, è presente con tutte le produzioni, servendo numerose filiere del Made in Italy come per esempio il vetro piano per l’edilizia, per il settore automobilistico, gli arredi e per il comparto farmaceutico.

Ma nonostante l’aumento registrato, tutto ciò non stato sufficiente a soddisfare la domanda: l’import di bottiglie e vasi è aumentato dell’11,3% e l’export è diminuito del 4,4%. Per questo motivo, sono stati previsti investimenti per circa 400 milioni di euro per l’utilizzo di 5 forni di fusione che andranno realizzati entro il 2024 e il cui scopo sarà garantire un incremento della capacità produttiva del 12%. Questo è quello che si legge in un report di Assovetro, l’associazione nazionale dei produttori di vetro.

“Nonostante il perdurare di fattori critici – ha dichiarato Roberto Cardini, Presidente della sezione contenitori di Assovetro -, l’industria ha continuato a crescere. Il 2023 dovrebbe essere un anno di assestamento, per permetterci di affrontare le sfide del futuro, come quella della decarbonizzazione con la ricerca di nuovi vettori energetici”.

Il settore conta circa 60 stabilimenti e 32 aziende di produzione di grandi dimensioni, oltre a circa 300 aziende della trasformazione e 30mila addetti diretti. L’Italia rappresenta il mercato chiave per questa industria. In totale conta circa 8000 addetti, con un fatturato di circa 2,5 miliardi di euro all’anno.

I costi energetici e l’importanza del concetto di sostenibilità

Il settore ha sofferto molto per la volatilità dei prezzi energetici e a causa dell’aumento del prezzo del rottame (si è passati da circa 25 euro a tonnellata a circa 200). Di conseguenza, il costo di utilizzo del rottame è superiore a quello della materia prima vergine.

Inoltre, è necessario sottolineare che questa industria consuma ogni anno molta energia: circa 1 miliardo di metri cubi di gas.

Nel corso del convegno “Il futuro attraverso il vetro” organizzato a Roma da Assovetro, in collaborazione con il Cnel, è stato illustrato uno studio condotto da Open Impact che ha stabilito che “ogni euro investito in Italia in questa filiera genererebbe 2,5 euro di valore positivo in termini ambientali, sociali ed economici”.

Si è parlato anche di investimenti massicci per il settore: circa 8 miliardi di euro previsti per le attività di decarbonizzazione, l’efficientamento energetico, l’elettrificazione, il Carbon Capture and Storage, il biometano, l’idrogeno e il riciclo.

Il mercato del vetro potrà essere il modello che in futuro rappresenterà la transizione verde, dimostrando che investire nella sostenibilità sia una strategia vincente nel lungo periodo sotto tutti i punti di vista.

Vetropack“Il vetro è centrale per sostenere la transizione – le parole del presidente di Assovetro, Marco Ravasi – e può farlo con ritorni sociali, ambientali ed economici più che positivi dimostrando che la transizione dell’economia in senso verde e circolare può essere un volano di sviluppo, soprattutto se affrontata senza pregiudizi, ma piuttosto scegliendo le opzioni più efficaci per conseguire gli obiettivi che ci si prefigge”.

L’azienda Vetropack e il concetto di sostenibilità

Il Gruppo Vetropack, leader svizzero nella produzione di vasetti e bottiglie di vetro, sta facendo grandi passi nel mercato italiano, rafforzando la sua posizione con il recente ampliamento della capacità produttiva attraverso l’inaugurazione di alcuni nuovi stabilimenti a Milano. Nel 2015 hanno acquistato la prima vetreria a Trezzano sul Naviglio e lo scorso ottobre hanno inaugurato un nuovo impianto produttivo a Boffalora sopra Ticino, trasferendo la propria produzione da Trezzano. Questo significativo investimento ha portato a un aumento del 70% della capacità produttiva locale, confermando l’impegno di Vetropack nel servire il mercato italiano in modo efficiente ed efficace.

Come si legge dall’articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore il 29 dicembre 2023, l’azienda familiare svizzera è stata quotata in borsa a Zurigo e nel 2022 ha venduto 5,26 miliardi di pezzi di imballaggi in vetro con ricavi per 899 milioni in franchi svizzeri (condizionato dalla guerra in Ucraina). Nel primo semestre del 2023 ha registrato vendite per 478 milioni, di cui 68 nel nostro Paese.

Le opportunità di crescita per Vetropack in Italia sono immense. La tendenza verso uno stile di vita sostenibile sta spingendo sempre più aziende e consumatori a cercare soluzioni di packaging eco-compatibili. L’azienda, con la sua offerta di vetro riciclabile, è ben posizionata per diventare il fornitore preferito in questo scenario.

VetropackLo stabilimento, infatti, utilizza anche rottame di vetro, che fonde ad una temperatura inferiore. Questo permette di ottenere un risparmio energetico. Inoltre, nella nuova fabbrica, l’obiettivo è di riutilizzare il materiale di imballo.

Infine, Vetropack ha lanciato l’iniziativa “Echovai”, ovvero bottiglie a rendere in vetro leggero temperato con una riduzione del peso fino al 30% e di emissioni del 25%, con una maggiore performance di durata. 

 

 

Il ruolo di Domorental nel mercato del vetro

Domorental propone una formula innovativa di noleggio operativo che risponde perfettamente alle necessità di questo mercato. 

I servizi di noleggio operativo che proponiamo permettono di noleggiare un bene pagando un canone periodico di noleggio, senza che vi sia la necessità di assumersi gli oneri legati alla proprietà di un asset. Le aziende che operano in questo settore potranno noleggiare qualsiasi bene strumentale, rispettando due concetti chiave: innovazione e sostenibilità

Grazie alla partnership con Upgreene, abbiamo introdotto sul mercato il Renting Zero Carbon, una formula esclusiva che non comporta nessun costo aggiuntivo per il cliente e permette da un lato di avere a disposizione tutti i beni strumentali di cui si ha necessità, dall’altra la possibilità di ottenere delle certificazioni di Carbon Cancelling che serviranno per conformarsi alle normative UE sulla compensazione delle emissioni di CO2.

 

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