L’Italia premia la “sharing economy” e per molti questo nuovo modello economico è indice di convenienza e risparmio. Per altri, invece, il fenomeno dello sharing è sinonimo di sostenibilità e di innovazione.

Sono pochi coloro che utilizzano già la sharing economy, ma sono in molti a manifestare il proprio interesse verso il nuovo paradigma.

Secondo i dati emersi nel corso del convegno “Una casa da vivere – Offerte innovative per nuovi modi di abitare” organizzato da Sidief e Banca d’Italia, la locazione residenziale, sharing home, sta diventando sempre più importante nella realtà delle città italiane e dei comportamenti delle famiglie e degli operatori economici.

Secondo il consuntivo 2018 di Assilea, l’immobiliare ha chiuso l’anno superando i 4,1 miliardi di euro , mettendo a segno il miglior risultato dal 2012. L’incremento su base annua è del 9,9%.

I risultati positivi ottenuti lo scorso anno dal mercato degli immobili, sono dovuti in buona parte alle ottime performance del leasing.

E’ stato evidenziato che la domanda residenziale aggregata di giovani, studenti e lavoratori immigrati oscilla tra 2,4 milioni e 2,8 milioni di persone e di questi si stima che la metà sia in grado di pagare un canone di circa 500 euro al mese.

E’ emerso, inoltre, che il mercato della locazione è di 675.000 case l’anno, a cui se ne aggiungono altre 730.000 usate per la locazione breve (da 1 giorno a 1 anno). Si tratta di oltre il doppio delle compravendite (560.000).

Il numero complessivo di contratti ha subito un aumento dell’8,9%.

A Milano i canoni sono saliti del 9% , per un monolocale di 40 metri quadri si spendono in media 750 euro al mese, con i locatari devono fare i conti con un’offerta in calo, che non riesce a star dietro alla domanda (+7%).

Viaggiano con andamenti positivi, ma non ai ritmi milanesi, gli altri grandi capoluoghi dove in un anno i prezzi sono aumentati del 3%, in risposta a una domanda cresciuta del 2%. In questo caso anche l’offerta risulta in salita: +3% da marzo 2018.

Affittare un monolocale in una delle grandi città italiane costa in media poco più di 520 euro al mese (13,1 euro/mq), con picchi sopra i 600 euro a Firenze.

Nel grande universo della sharing home il comparto dell’arredo ha tutte le potenzialità per essere quello che cavalcherà l’onda di questo nuovo modello di sviluppo.

In linea con la “sharing home” spazi e mobili devono sapersi adattare per rendere possibili diverse funzioni anche a più persone contemporaneamente.

Secondo la ricerca “ LivingScapes”, condotta dal Salone del Mobile di Milano si possono evidenziare alcuni trend legati al mondo della casa e dell’arredamento, in tutti i principali mercati:

– La casa “INSIDEOUT”: l’abitazione è paragonabile ad un hub sociale dove non esistono più confini tra dentro e fuori, tra individuale e sociale. Gli arredi devono essere progettati per potersi adattare a spazi sia esterni, sia interni, senza più una netta distinzione tra collezioni indoor e outdoor;

– La casa “NOMADIC”:  l’abitazione non è più dimora fissa ma si adatta a chi si sposta spesso per lavoro o per stile di vita. Nascono servizi innovativi come Roamun network di abitazioni condivise che dà la possibilità di soggiornare per settimane, mesi o periodi più lunghi e dunque i progettisti devono pensare a soluzioni di arredamento componibili, flessibili e facilmente trasportabili;

– La casa “COSY”: l’abitazione è intesa come luogo dell’anima che rispecchia il nostro modo di essere.  L’arredamento è studiato per dare a chi la abita il massimo del confort e del benessere in cui progetto e design sono funzionali all’agio e al benessere e costituiscono un mezzo e non il fine ultimo;

– La casa “WILD STYLE”: l’abitazione è ispirata alla natura nei materiali e nelle forme. La realizzazione di interni e di arredi trae ispirazione da un nuovo immaginario vegetale, espressione di un desiderio diffuso di ristabilire il contatto con la natura intesa nella sua manifestazione più selvaggia.

Le motivazioni principali che spingono verso la locazione operativa di arredi sono:

  1. Disporre subito di soluzioni innovative e di arredo-design senza dover necessariamente anticipare i costi dell’acquisto;
  2. Pagare un canone periodico spalmato su cinque anni e correlato quindi all’effettivo uso/deperimento degli arredi;
  3. Possibilità di cambiare arredo ogni cinque anni;
  4. Dedurre fiscalmente il canone.

Se poi l’immobile è posto in locazione, il canone dell’affitto, in entrata, consente di affrontare l’esborso di un modesto canone relativo agli arredi.

Al vantaggio del “pay per use” si aggiunge una sicura pianificazione dei costi: grazie ai canoni fissi legati al noleggio dell’arredo che comprende gli elettrodomestici, i tendaggi finanche il corredo.

Domorental  funge da aggregatore sia di diversi beni d’arredo che di altrettanto diversi fornitori,  il tutto concepito nell’ottica di poter creare un unico canone di locazione, mirando ad agevolare il fornitore ed anche il cliente finale.