Coworking, un nuovo modello di organizzazione del lavoro grazie al noleggio arredi Domorental
Arredamento Coworking. A 150 anni dalla genesi del materialismo storico, è arrivato il tempo in cui, in tema di lavoro, si parla di “evoluzione dei modelli organizzativi” ma anche del “cambiamento del rapporto tra individuo e organizzazione”. È stata la Digital revolution a dare ai lavoratori, in particolare ai knowledge worker, gli strumenti per smarcarsi dai luoghi fisici del lavoro. In piena era post- industriale, il coworking house aumenta produttività e creatività, facilitando la condivisione.
Un modello di organizzazione del lavoro pensato per manager e dirigenti, free-lance e consulenti, start upper e impiegati, che grazie alla tecnologia “mobile” consente, inoltre, di “de-localizzare” il lavoro.
«Il fenomeno del coworking house non è semplicemente l’affitto delle scrivanie ma è l’alternativa sostenibile e “on demand” al lavoro da casa. Uno spazio da condividere con altri lavoratori dinamici e indipendenti che intendono fare networking e costruire anche nuove opportunità di business.» Spiega il Prof.re Mariano Corso, della School of Management del Politecnico di Milano.
Non stupisce che molte delle start-up più innovative e di successo siano nate proprio in questi spazi disegnati per la collaborazione.
Non stupisce che molte delle start-up più innovative e di successo siano nate proprio in questi spazi disegnati per la collaborazione.Tuttavia, anche il settore del coworking è stato duramente colpito dalla pandemia da Covid19
In Italia ben il 71,7% delle strutture di Coworking ha visto una riduzione significativa del numero di persone che hanno usufruito di questi spazi.
Dopo il coronavirus lo spazio di lavoro flessibile rappresenterà il 30% di tutti gli immobili per uffici entro il 2030. Il lavoro a distanza è diventato un elemento fondamentale della “nuova normalità” su scala globale e saranno proprio gli operatori di coworking a trarne vantaggio.
Arredamento coworking: i casi di successo di Milano
Come capitale del business e dell’innovazione, Milano ha la sua quota rilevante di coworking, ambienti di lavoro eleganti e sereni adatti a ogni tipo di esigenza.
Tra i principali:
- Gli spazi di Copernico soddisfano le necessità più disparate. Per le start-up affermate sono disponibili uffici privati, mentre nella zona comune ci sono postazioni di lavoro affittabili giorno per giorno o con contratti mensili;
- Talent Garden offre 13 uffici in tutto il mondo e due a Milano. Sale riunioni, sale relax ed anche una piscina esterna, rendono l’ambiente di lavoro, stimolante e dinamico;
- Regus, con 16 uffici a Milano e 33 in tutta Italia, offre uno spazio di lavoro più tradizionale ma perfetto per i liberi professionisti.
Il coworking ottimizza spazi e servizi: si condividono reception, sale riunioni, servizi di segreteria e ristorazione e, oltre alla condivisione, si risparmia. In quel 10% di parti comuni si stimola il networking ma anche le occasioni di business. Gli spazi e i servizi sono sempre più ibridi: si va dalla possibilità di lavorare in open space utilizzando una scrivania non dedicata alla quale si accede con un semplice contratto di membership all’ufficio.
Al momento si tratta di un mercato di nicchia, ma è un fenomeno che si sta sviluppando con un trend molto forte di mercato.
Arredamento Coworking: da mercato di nicchia a modello di riferimento entro il 2030
Entro il 2030 il 30% del portafoglio corporate sarà composto di flex office. Se prima il coworking interessava startup e giovani imprenditori, per via del prezzo contenuto degli spazi, oggi anche le grandi corporate utilizzano gli spazi di coworking per gestire la flessibilità all’interno del loro portafoglio.
Il concetto di smart working è sempre più diffuso, supportato ovunque dalla tecnologia. Secondo il censimento di JLL, in Italia abbiamo circa 640 spazi di lavoro flessibile, concentrati nelle grandi città, con in testa Milano (100 strutture) e Roma (50 strutture) e a seguire Torino, Bologna, Firenze e Napoli.
- A Londra gli spazi flessibili sono addirittura il 22% del totale, a Berlino il 7%, a Monaco il 5% e ad Amsterdam il 4%.
- A Milano gli spazi flessibili occupano il 3% del totale mentre a Roma l’1%, a pari merito con Parigi.
Per il proprietario di un immobile la riconversione in spazio di coworking può rappresentare una soluzione decisamente appetibile.
Certo, c’è da investire un po’ nella ristrutturazione e in attrezzature, ma già pensando, per queste ultime, alla locazione operativa, la voce di spesa risulterà abbondantemente ripagata dai canoni. E in tempi di sharing economy, dagli “uffici condivisi” il passo successivo è il rental dell’arredo. Per creare un ambiente sempre più innovativo e confortevole, basta applicare la logica dello sharing a quella dell’arredo.
I coworking mettono a disposizione non solo scrivanie ma anche bar, caffetterie e ristoranti, come nel caso di Sarpi Otto, dove sfuma la linea sottile tra coworking e caffetteria.
Arredamento coworking con il noleggio operativo
Il noleggio operativo dell’arredo Domorental è un’opzione che si prefigura come risposta ad una nuova tendenza che mira ad acquistare il servizio e non più il bene.
Grazie al noleggio operativo arredi è possibile scavalcare i costi di acquisto e tutti gli oneri derivanti, finanziando i canoni di locazione con gli stessi ricavi realizzati dal loro utilizzo e aumentando nel contempo le capacità di investimento.
Al vantaggio del “pay-as-you-earn” si aggiunge una sicura pianificazione dei costi: grazie ai canoni fissi di locazione, la pianificazione aziendale risulta chiara ed equilibrata.
Domorental mira ad instaurare relazioni durature e soddisfacenti.
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